TAIJI È …”EQUILIBRIO”

Ci sono molte cose che possiamo  fare nella nostra vita quotidiana per  cercare di raggiungere un benessere completo.  Alcune sono quasi scontate, ma ce ne dimentichiamo spesso. Una di queste è, ad esempio, non smettere mai di imparare, aprendo la mente a nuove possibilità, convinzioni e interessi. Un’altra è meditare regolarmente: una pratica che migliora, oltre l’umore, anche il sistema immunitario, la memoria, l’attenzione, la creatività e la qualità del sonno. Tante cose possono migliorare il nostro equilibrio, cose piccole ma importanti come la capacità di lasciar correre, di non arrabbiarsi e di sorridere alla vita e alle persone.

taiji-equilibrio

Per  esperienza possiamo però dire che fra le tante cose che hanno cambiato il nostro atteggiamento nei confronti della realtà e anche dei rapporti interpersonali  è stata la disciplina che pratichiamo: il Taijiquan.

Da un punto di vista fisico ci ha offerto la risoluzione di molti problemi legati a un cattivo uso del nostro corpo: in primo luogo posture sbagliate che hanno prodotto distonie muscolari  (squilibri nel tono) e continui fastidi articolari.

Da un punto di vista della mente, il Taiji ci ha aiutato  a vivere nel “qui e adesso”, proprio perché la sua pratica, che richiede consapevolezza costante,  enfatizza l’importanza di vivere il presente, istante per istante.  L’abitudine al rilassamento e al “movimento economico” senza inutili tensioni, l’attenzione a come il nostro peso si sposta quando ci muoviamo nello spazio incide anche sull’atteggiamento mentale e ci permette di dare il giusto peso alle cose, allentando tensioni emotive,  dettate da abitudini errate, prima fra tutte quella di attribuire un’importanza eccessiva a eventi anche marginali.

Chiunque può avvicinarsi  alla pratica con queste aspettative. Poi magari ci si decide a frequentare un corso e, se si è fortunati, ci si rende effettivamente conto che esiste la possibilità reale che la pratica del Taiji può migliorarci la vita. Ovviamente il maestro deve essere bravo, non solo quando esegue gli esercizi: in qualunque azione, attraverso i gesti, gli sguardi e le parole, deve poter trasmettere quello che ci aspettavamo, e anche di più.

Dai suoi discorsi deve essere chiaro che la pratica ha veramente cambiato la  vita al nostro insegnante, e che il suo equilibrio è superiore allo “standard” comune.

Ma arriva il momento che tocca veramente  a noi.

In genere se si superano i giorni di prova e ci si decide a iscriversi vuol dire che qualcosa in noi si è acceso, che iniziamo a sentire qualche piccolo cambiamento, fisico e mentale: muscoli posturali che lavorano adeguatamente, tensioni che ci accompagnavano da un po’ che iniziano ad allentarsi. L’entusiasmo ci porta a cercare e a sentire velocemente dei cambiamenti anche nel modo di affrontare la vita. Siamo sempre più calmi e… contenti!

Poi però il tempo passa, e magari il tran-tran quotidiano prova  a renderci le cose difficili: problemi al lavoro, problemi nella vita… un giorno si fa tardi e non arriviamo a lezione, un altro siamo stanchi e ci prendiamo una pausa. Il giorno appresso abbiamo un compleanno, quello successivo un altro impegno. La verità è che l’entusiasmo della “novità” può iniziare a scemare.

Cominciamo a pensare che forse potremmo allenarci da soli a casa, almeno per un po’, ma poi ci ritroviamo stanchi e non ce la sentiamo, non troviamo le motivazioni giuste.

Così iniziamo a perdere ciò che con fatica avevamo guadagnato. Sentiamo di aver perso quella sensazione di “equilibrio” che stavamo perseguendo e che iniziavamo a sentire nostra, magari ci sta ritornando quel mal di schiena che avevamo già dimenticato…

Ma… a un certo punto decidiamo che dobbiamo tornare a prendere il controllo della nostra vita e ricominciare  a cercare di agguantare in maniera decisa quello che stavamo per perdere irrimediabilmente. Ricominciamo così ad allenarci bene, a fare attenzione alla respirazione, a vivere ogni istante della nostra vita: “io faccio Taji”, ripetiamo a noi stessi, così riacciuffiamo quelle bellissime sensazioni che stavamo per perdere che ci facevano sentire veramente bene. Ci alleniamo tutti i giorni e ci viene di gridare ad alta voce: “Mi sento benissimo!”.

Ci saranno forse altri  giorni in cui saremo indaffarati o esausti o  meno motivati. Non è  infatti possibile mantenere l’energia sempre al top! Ma se ci fermiamo a riflettere, troviamo la risposta a questo problema proprio nel concetto stesso di Taiji: un continuo mutare di yin e yang, un continuo alternarsi di alti e bassi, di fasi, positive e negative. Riusciremo, nel tempo ad armonizzare questi opposti, a renderli maggiormente… “complementari”.

D’altra parte questa continua alternanza fa parte dell’esistenza umana, un’idea che la cultura cinese non si è inventata dal nulla: yin e yang sono solo una descrizione della realtà e della vita.

Perché Taiji è mutamento, Taiji è “armonia fra gli opposti”: è la “rappresentazione” di ciò che la vita stessa dovrebbe essere.

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